È segno della dignità di ogni creatura, potenzialità immensa da accogliere e da educare, rivelatore della "Speranza" umana e cristiana e tensione costruttiva verso il futuro.

Il Tema Formativo del Sussidio per Estate Ragazzi e Grest 2017 è centrato sulle parole DESIDERIO e SPERANZA.

Si tratta di due termini che esprimono in realtà un’unica dimensione dell’uomo, due vocaboli che consentono di focalizzare alcuni fondamentali “bisogni educativi”. Infatti, oggi più che mai, sembra urgente:

  • accompagnare i più giovani animatori, ma anche tutti i nostri bambini e ragazzi che frequentano i nostri oratori a riscoprire e “gustare” lo stare con se stessi, il tempo dell’attesa, il silenzio (educare all’interiorità);
  • favorire la capacità di distinguere e assaporare i grandi sogni (progettualità), oltre le frasi fatte (senso critico), nell’attenzione ai sentimenti “profondi” (educazione affettiva);
  • creare alcune condizioni che consentano la nascita e lo sviluppo di amicizie vere e di relazioni profonde, attorno alla condivisione di desideri autentici: la speranza è sempre legata ad una comunione (G. Marcel);
  • educare alla responsabilità per dare corpo a desideri e speranze;
  • da un punto di vista cristiano, desiderio e speranza rimandano anche all’esperienza della preghiera, dell’ascolto e dell’attesa di Dio.

«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49)

Il nostro percorso formativo del Sussidio Estate Ragazzi Grest 2017 può iniziare proprio da Papa Francesco che, con il tema della prossima giornata mondiale della gioventù, chiede di riflettere sul significato profondo dello stare in comunione con Dio e invita a vivere la preghiera come un momento intenso e personale. Solo nel silenzio si possono riconoscere i doni e i talenti di cui ciascuno è dotato. Nel tempo della preghiera è possibile prendere coscienza e ringraziare per le grandi cose che stanno nel cuore di ciascuno. In questo spazio si possono riconoscere e “pesare” sentimenti e pensieri che accompagnano il cammino di crescita di ognuno.

Il desiderio è un sentimento che caratterizza l’essere umano in modo unico.

È un’esperienza interiore originale, unica, personale. Ogni uomo sa cos’è: tutti sanno cosa significa sognare e attendere la realizzazione di un desiderio.

Il desiderio va distinto dal bisogno. Se quest’ultimo richiama di più le cose da conseguire, necessarie alla vita, il desiderio suggerisce, invece, qualcosa di più grande: in fondo, esso ha sempre a che fare con le persone e con la loro libertà (la propria innanzitutto!), con il rispetto del loro “tempo”, quindi con l’attesa reciproca, con la pazienza che è sempre anche un “portare” ciascuno i pesi degli altri.

Il desiderio umano, si potrebbe dire, ha una struttura relazionale. “Non esiste desiderio senza l’Altro, perché il desiderio non può bastare a se stesso”. “Il desiderio umano si soddisfa nell’essere desiderato da un altro desiderio. La vita umana infatti si umanizza quando il nostro desiderio viene ascoltato dagli altri; è la risposta dell’altro (la sua responsabilità) che traduce i bisogni e desideri in domanda d’amore (M. Recalcati).

Per di più l’esperienza del desiderio appare sempre come… incompleta. Cioè, anche se si raggiunge l’oggetto del desiderio, si rimane sempre un po’ insoddisfatti e con un desiderio ulteriore, più grande.

E questo, a ben pensarci, è segno di… un mistero, della straordinaria profondità del cuore umano (il proprio e quello degli altri), di una “vocazione” che è un invito ad andare sempre “oltre”, progettando a partire da desideri che non possono essere liquidati come semplici “sogni” o “fantasie”, ma che sono i semi essenziali da lasciare germogliare, da proteggere, da far crescere. I desideri sono progetti di vita, semi di futuro che desideriamo coltivare con tutti i nostri bambini ragazzi e animatori durante la nostra Estate Ragazzi Grest.

In questa prospettiva ottica, come ricorda papa Francesco, si tratta di riconoscere che “il tempo è superiore allo spazio” (Evangelii Gaudium 222-225). Infatti, “dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli”. Al contrario, “dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi […]. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti”.

La speranza è un progetto condiviso

Ma quando ci si accorge che il desiderio è qualcosa che caratterizza tutti sorge anche una consapevolezza nuova: il desiderio è segno della dignità di ogni essere umano cui è dovuto sempre e ovunque rispetto, cura, amore.

Solo da tale consapevolezza può sorgere un’autentica convivenza tra le persone, anzi, una vera comunità umana e la Chiesa stessa.

E allora si può parlare di speranza, cioè del desiderio condiviso e alimentato reciprocamente. “Speranza” è una parola che esprime un impegno che coinvolge più persone e un progetto grande che sa di… bene comune, del “bene” per il mondo intero.

Nella tradizione cristiana la speranza è una delle “virtù teologali”, una delle caratteristiche che segna ogni credente:

  • dopo un itinerario che Oragiovane ha dedicato al tema della fiducia/fede,
  • dopo un altro anno dedicato alla misericordia/carità,
  • ora si mette a fuoco il tema del desiderio/speranza, esprimendo così l’intenzione di guardare con ottimismo e determinazione al futuro, pronti a “sperare per tutti” (U. Von Balthasar): la speranza della Chiesa è posta infatti “a servizio di tutta l’umanità” (E. Bianchi).

Desiderio e speranza sono, per così dire, facce della stessa medaglia.

Oggi è urgente educare al desiderio, al saper attendere, al coltivare sogni grandi, questa è la massimo che ci ha mosso per la creazione del Sussidio e della Proposta Formativa per la nostra Estate Ragazzi Grest 2017.

E la speranza cristiana è, in fondo, un motivo fondamentale per decidere di essere cristiani oggi! Nonostante tanti segni di morte e di egoismo che il mondo sperimenta quotidianamente, ci si può rimboccare le maniche – con i fratelli e in Cristo – con gioia e protagonismo, in modo tutt’altro che ingenuo e superficiale: perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10,10).